" E mo'?......moplen"

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  1. peppina campo
     
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    "E mo’? Moplèn!”

    Cinquant’anni fa, nelle case italiane, tra le stoviglie di porcellana o ceramica, tra le pentole in alluminio o acciaio, tra le bacinelle in metallo per il bucato a mano, tra i giocattoli in legno o latta dei bambini, compariva il polipropilene isotattico, inventato nel 1954 dal premio Nobel per la chimica Giulio Natta e prodotto con grande successo dalla Montecatini.

    Siamo nel 1957.
    Un marito rientra a casa con la spesa, canticchiando lamentoso il proprio ruolo familiare, “ridotto” al ruolo di casalingo “costretto”, da una moglie-architetto che sta fuori tutto il giorno, a fare un lavoro che non gli aggrada affatto.
    “Signori uomini” canta l’uomo, invocando la tanto agognata libertà dalla schiavitù domestica “non siate stupidi, restate scapoli, non ammogliatevi; la mia consorte fa l’architetto e chi sta a casa è il sottoscritto”.
    Intanto la giornata procede tra un vetro da lavare e un mobile da spolverare. E poi c’è il pranzo da preparare e lui, sempre più trafelato, si adopera per sincronizzare i tempi di cottura quando, al momento fatidico della scolatura della pasta, da marito goffo e inesperto qual è, getta gli spaghetti dentro la vasca del lavello. E proprio in quel preciso istante, rientra dallo studio la moglie-architetto, con tailleur e acconciatura da professionista, riproponendo in chiave moderna la figura salvifica della matriarca, sempre pronta a sciorinare il giusto consiglio di economia domestica.
    La moglie apre la porta della cucina e con un tempismo ineccepibile, risponde “Moplèn!” al bisogno del consorte in difficoltà, porgendogli con sicumera, semplicemente uno scolapasta in plastica.

    A osservare oggi quel Carosello, è interessante notare come, il ruolo affidato allo straordinario Gino Bramieri è avveniristico se rapportato al modello di famiglia di allora. La moglie-architetto, che lascia il casalingo a sfaccendare, era evidentemente una situazione comica, sulla quale sorridere mentre andava in onda lo spot, mentre la moglie-modello dell’Italia del boom economico, serviva in tavola gli spaghetti al marito, tornato, neanche a dirlo, stanchissimo dal lavoro. La famiglia guardava, sorrideva e probabilmente, trovava inverosimile una situazione così sceneggiata.
    La famiglia di cinquant’anni fa, in realtà, guardava la proiezione di sé stessa in un futuro traslato di mezzo secolo e non lo sapeva. E rideva, ignara del cambiamento sociale e delle conseguenze ambientali e salutari del materiale tanto decantato.

    Siamo ormai nel 2010.
    Gli addetti ai lavori nel campo dell’advertising sanno bene che la vendita di un prodotto può essere aiutata da un buon pay-off, ossia da uno slogan convincente, secco e di facile assimilazione. Lo sapevano allora e lo sanno ancor di più oggi, in cui la comunicazione si è resa più sofisticata e sempre più attenta alle tematiche ambientali.
    Oggi, a partire dai colossi del commercio e dell’industria sino al piccolo imprenditore, si è compreso che il ruolo dell’ambiente nel mantenimento del benessere dell’umanità è di primaria importanza, così come ha dichiarato il sociologo esperto in comunicazione e marketing Saro Trovato, Presidente dell’agenzia di comunicazione “BocconiTrovato&Partners”, intervistato da Tessa Gelisio e Marco Gisotti per il manuale “Guida ai Green Jobs”, edito da Edizioni Ambiente.
    Oggi, infatti, molte aziende investono nel marchio Ecolabel, quale sistema di certificazione volontaria per prodotti realizzati col minor impatto ambientale possibile. Tutto ciò avrà una trasformazione notevole nelle strategie di vendita e di pubblicità dei prodotti ed è chiaro come ormai, una buona conoscenza ambientale farà da setaccio tra i “comunicatori di prodotto”.
    Chi scrive conosce molto bene una moglie-architetto che, rientrando in casa dopo una giornata di lavoro, non trova di certo il marito casalingo, costretto invece dalla new economy a star fuori anche lui per mettere su un accenno di bilancio familiare. Quella moglie lì, sta già provvedendo a dismettere gli oggetti domestici in moplen ed è sempre pronta a porgere al proprio consorte in difficoltà domestiche, uno scolapasta realizzato in Mater-Bi a base di mais o in Solanyl a base di bucce di banana, biodegradabili al 100% in soli novanta giorni.



    da:Agrigentoweb.it
     
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0 replies since 26/11/2009, 09:07   185 views
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